Così il cinema italiano dissolve la cronaca politica in fiction chiacchierona Sono da tempo nelle sale due film che ricostruiscono due pezzi di storia italiana: “Romanzo di una strage” e “Diaz”. Anche al netto delle tesi bislacche a cui si rifà il primo, e che Adriano Sofri ha già smontato, entrambe le opere suscitano una perplessità di fondo. E’ la perplessità che affiora periodicamente davanti a questo intramontabile filone del nostro cinema, dalle pretese insieme “poetiche” e “civili”. Matteo Marchesini 10 MAG 2012
Due ragioni per cui Eco, a 80 anni, è diventato un Bongiorno per dottorandi Jacques Le Goff riassunse il senso del pontificato di Giovanni Paolo II nell’espressione “Medioevo più televisione”. La battuta si adatta anche a Umberto Eco, il Papa del midcult italiano, che coi suoi romanzi in serie ha volgarizzato la Scolastica e buona parte della cultura occidentale per ammannirla al lettore-massa: quel lettore che è cresciuto col “Nome della rosa” e coi programmi Mediaset, senza vedere alcun contrasto tra le due cose. Matteo Marchesini 05 GEN 2012
Pensierini letterari sull’anno che s’è portato via i poeti (Cav. incluso, forse) Bongiorno. Io so, anche se non ho le prove, che prima o poi qualche nostro narratore glamour sfrutterà la triste vicenda toccata alla salma di Mike come filo conduttore per un suo romanzo: inventerà una serie di avventure in cui la bara passa attraverso tutti i luoghi della cronaca nazionale, e tenterà di farne l’oscuro simbolo di un potere mediatico in dissoluzione. Sarà un secondo furto della salma, e disgraziatamente non punibile dalla legge. Matteo Marchesini 01 GEN 2012
L’impossibile romanzo sull’11 settembre o l’epica sconfitta dai media Negli anni Sessanta, i diagnostici dell’agonia del romanzo osservarono che questo genere pur così ibrido e aperto si fonda su una fede: presuppone l’idea che esista uno spontaneo parallelismo tra la psicologia degli individui e i fatti sociali. Senza questa credenza, che l’Ottocento ha coltivato e il Novecento ha perduto, non si fanno romanzi autentici, ma semmai saggi filosofici o sociologici travestiti, scheletri drammatici o sceneggiature sotto falso nome. E’ per questo che certi fluviali affreschi americani ci stupiscono. Matteo Marchesini 09 SET 2011
I dolci inganni della generazione dei letterati Tq, dove T sta per tartufi Per uno scrittore, ci sono due forme serie di “impegno”. Primo, schivare populismo e dandysmo, ricordando che senza un rigore stilistico capace di aderire castamente al proprio oggetto si dicono cose false. Secondo, riflettere sulla falsa coscienza che il suo lavoro, come ogni attività sociale, inevitabilmente comporta. Chi stende arringhe su mafia, guerra o corruzione, ma non ci spiega qual è il suo posto e la sua parte di responsabilità nel mondo; chi finge che la Parola se ne giri “povera e sola”, e non ci lascia capire come lo condizionino i media che usa – costui è un tartufo. Matteo Marchesini 28 LUG 2011
Non ci sono più le copertine di una volta, Calvino è come Giordano Poco tempo fa, lasciando scivolare lo sguardo sulla vetrina di una grande libreria bolognese, ho visto una macchia di colore che la mia mente ha identificato subito come una copertina attribuibile indifferentemente a un volume di Giordano o Ammaniti, Murgia o De Silva. Quella macchia disegnava un mezzo volto infantile incorniciato dal fogliame, con occhioni di vetro, ciuffo e lentiggini: era una di quelle innumerevoli icone da stilista o profumiere che vogliono “colpire”. Matteo Marchesini 08 LUG 2011
Elogio del Deputato Ignoto E' passata una settimana da quando il deputato radicale Marco Beltrandi ha votato contro l'ipotesi di accorpare amministrative e referendum. Sui giornali e sul web, gli insulti lanciatigli addosso dal centrosinistra meno riflessivo si vanno placando. Resta appena qualche rigurgito: ma somiglia al vociare stanco di chi, caduta l'adrenalina collettiva del linciaggio, torna da solo barcollando verso casa. Dopo esser stato impiccato a quel suo gesto, Beltrandi viene lasciato cadere di nuovo nell'oblio. Matteo Marchesini 25 MAR 2011
Le improvvise verità che emergono dalle traduzioni maccheroniche A volte, si sa, dai tradimenti di una traduzione in apparenza sbagliata, maccheronica o falsificante, può emergere un’improvvisa verità, può rivelarsi a un tratto una differenza di tradizioni più o meno volutamente e ambiguamente occultata o fraintesa. Ecco qui sotto, in forma di scorci, due casi per me umoristicamente esemplari o esemplarmente umoristici, che descrivono un’involontaria presa di coscienza. Entrambi sono ambientati (e captati) nello stesso bar del quartiere universitario bolognese. Matteo Marchesini 13 FEB 2011
I “nuovi mostri” in libreria Caro direttore, avevo in mente di spedire al Foglio un lungo saggio analitico sui nuovi “mostri” (nel senso di Dino Risi) che monopolizzano la narrativa e la poesia italiana contemporanea. Poi ho pensato che fosse meglio far prima capolino partendo dalla fine, esordire con le conclusioni, e insomma introdurre l’argomento compendiando il discorso in pochi maneggevoli paragrafetti epigrammatici che condensano – posso assicurarlo – lunghi anni di masochistiche letture. A questi, aggiungo un post scriptum sul “contesto”. Matteo Marchesini 06 FEB 2011